Intitolato a Francesco Nuti il Teatro di Manifatture Digitali Cinema Prato

Con la cerimonia di intitolazione, che ha visto lo svelamento della nuova targa dedicata all’artista, posta di fianco al portone di entrata, giovedì 18 gennaio 2024 il teatro di Manifatture Digitali Cinema Prato – che si trova in via Santa Caterina 11 a Prato – è divenuto ufficialmente Teatro Francesco Nuti.

Di fronte ad un nutrito pubblico, il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il Sindaco del Comune di Prato Matteo Biffoni ed il suo Assessore alla Cultura Simone Mangani, hanno dato il via alla mattinata, che è poi proseguita con la guida del giornalista e critico cinematografico Federico Berti, il quale ha ripercorso la carriera dell’attore, sceneggiatore e produttore, oltre che cantante, Francesco Nuti, assieme alla moglie, l’attrice Annamaria Malipiero, il fratello Giovanni Nuti e la giovane figlia Ginevra Nuti.

L’annuncio dell’intitolazione del teatro di MDC Prato a Francesco Nuti, era stato dato poco dopo la sua scomparsa – avvenuta il 12 giugno 2023 -, con decisione presa in maniera unanime dal Sindaco del Comune di Prato Matteo Biffoni, dall’Assessore alla Cultura del Comune di Prato Simone Mangani e dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, in accordo con Stefania Ippoliti, Direttrice di Toscana Film Commission e Responsabile Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana.

GALLERY DELLA CERIMONIA

LE DICHIARAZIONI

“Nuti è figlio di questa città, ne è stato un ambasciatore e un simbolo, con la sua delicata comicità, la sua voce inconfondibile e i suoi occhi profondi. È stato capace di portare sul grande schermo la Prato del lavoro, della spola che batte e della lupa, con quella poesia che solo lui aveva. Un campione vero, un uomo e un attore mai caduto nell’oblio anche nei momenti più difficili e che Prato e la Toscana ricorderanno così, dedicando a lui uno dei luoghi più belli e significativi per il cinema e per la città. Un’intitolazione direi naturale, per chi ci ha dato tante emozioni”, ha dichiarato il Sindaco di Prato Matteo Biffoni

“È la scelta giusta per riportare questo grande talento nella sua città, ma anche per richiamare alcuni aspetti del percorso artistico e creativo di Francesco Nuti. Da quando sono nate, infatti, Manifatture Digitali Cinema sono servite anche come incubatore di lavori che. in modo più o meno diretto. discendono dalla generazione di attori e registi di cui Nuti è stato protagonista. Senza dimenticare che questa realtà propone opportunità di alta formazione per chi vuole lavorare nel settore, coniugando professionalità all’avanguardia con lo spirito del laboratorio di una volta. Una fucina di creatività dove si impara facendo, lasciandosi ispirare da un Maestro… E sono sicuro che Francesco Nuti, col suo percorso dagli spettacoli dei “Giancattivi” alla regia, continuerà a ispirare e a essere punto di riferimento per gli artisti delle nuove generazioni”, ha affermato il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani

FRANCESCO NUTI. ARTISTA CON LA “A” MAIUSCOLA

Francesco Nuti muove i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo da studente, presso il famoso Istituto Tecnico Statale “Tullio Buzzi” di Prato, portando in scena diversi monologhi scritti di suo pugno (alle cosiddette Riviste del Buzzi) e proseguendo con una certa assiduità anche dopo essere stato assunto come operaio presso un’impresa tessile pratese. Sul finire degli anni Settanta, diviene membro del trio cabarettistico dei Giancattivi, aggiungendosi ad Alessandro Benvenuti e Athina Cenci, in sostituzione di Antonio Catalano. Il trio, dietro la regia dello stesso Benvenuti, esordisce al cinema nel 1981, con il film Ad ovest di Paperino. Nel 1982, abbandonato il trio, inizia la sua carriera cinematografica da “solista”, prendendo parte, in veste di sceneggiatore ed interprete protagonista, ad alcuni film diretti da Maurizio Ponzi: Madonna che silenzio c’è stasera (1982); Io, Chiara e lo Scuro (1983) e Son contento (1983), che gli conferiscono una certa notorietà. Il ruolo di Francesco Piccioli, in Io, Chiara e lo Scuro, in particolare, gli fa vincere il David di Donatello ed il Nastro d’argento come Miglior Attore Protagonista. Passa poi dietro alla macchina da presa ed esordisce, come regista, con Casablanca, Casablanca (1985), ideale seguito di Io, Chiara e lo Scuro, grazie al quale vince il premio come Miglior Regista Esordiente al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián ed il secondo David di Donatello come Miglior Attore. Realizza, tra la seconda metà degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, varie pellicole di grande successo: Tutta colpa del paradiso (1985), Stregati (1986), Caruso Pascoski (di padre polacco) (1988), Willy Signori e vengo da lontano (1989) e Donne con le gonne (1991). Nello stesso periodo si dedica anche alla musica, partecipando, nel 1988, al Festival di Sanremo con la canzone Sarà per te, in seguito incisa anche da Mina, e, duettando con Mietta, col brano Lasciamoci respirare, composto dal cantautore Biagio Antonacci ed inciso poi nel 1992. Nel 1994, dopo una lunga e problematica produzione, realizza l’ambizioso OcchioPinocchio, che però non incontra i favori del pubblico e della critica. I successivi Il signor Quindicipalle (1998), Io amo Andrea (2000) e Caruso, zero in condotta (2001) ottengono consensi ai botteghini, ma non paragonabili ai clamorosi successi degli anni precedenti.