Mercoledì 3 maggio 2023, alle ore 18, nel Teatro di Manifatture Digitali Cinema Prato (in via Santa Caterina 11 a Prato) si è tenuta la presentazione del libro di Severino Salvemini Il quid imprenditoriale. Oltre la retorica del Made in Italy (EGEA, 2023). Presente l’autore, che è stato intervistato dallo scrittore e traduttore Giorgio Van Straten. L’evento, ad ingresso libero, era organizzato dall’Associazione Pratofutura e dal PIN – Polo Universitario Città di Prato, con la collaborazione del Gruppo Bibliofili Pratesi “Aldo Petri”.
Gallery della serata
Ecco alcuni scatti dell’evento:
“Il quid imprenditoriale. Oltre la retorica del Made in Italy”
L’Italia è la patria della bellezza, tempio dell’arte e di una cultura millenaria. Ma cos’è il Made in Italy? Una mix di tecnologismo della globalizzazione e nuovo umanesimo all’insegna del gusto e della creatività, con uno stile di management tutto italiano. Un fenomeno complesso raccontato da Salvemini attraverso 53 storie esemplari di aziende che hanno fatto dell’eccellenza la loro bandiera. Storie dalle quali emergono gli ingredienti del primato internazionale del Made in Italy: prodotti di qualità e alta gamma, la cui progettazione implica una forte valenza estetica e un “saper fare” che pochi altri Paesi sanno attivare; una classe imprenditoriale dotata di intuizione, passione e sentimento; una capacità manifatturiera diffusa e difficilmente imitabile, in aree geografiche ben definite; una governance legata ai territori e in cui spesso la famiglia dell’imprenditore, nel dipanarsi della sua storia generazionale gioca un ruolo centrale.
Severino Salvemini
Laureato presso l’Università commerciale Luigi Bocconi, dal 1993 vi insegna Organizzazione aziendale. Qui ha anche ricoperto la carica di Prorettore (1998-2002) e di presidente della Scuola di Direzione Aziendale (2003-2007). Esperto di economia delle istituzioni culturali, Salvemini ha insegnato anche in altre università italiane e straniere e scritto molti volumi in tema di organizzazione aziendale. È inoltre editorialista del Corriere della Sera dal 1990 e de L’Espresso dal 2000. Tra le sue pubblicazioni: Artwork & Network. Reti organizzative e alleanze per lo sviluppo dell’industria culturale (con Giuseppe Soda, Egea), Il manager al buio. Da Benvenuti al Sud a Il discorso del Re: quando il cinema racconta l’economia (con Gianni Canova, Rizzoli Etas), Prego, farsi riconoscere al citofono (con Beppe Severgnini e Philippe Daverio, Skira).
Giorgio Van Straten
Nato nel 1955 a Firenze, Van Straten è scrittore e traduttore. Nel 1987 ha pubblicato, da Garzanti, il romanzo Generazione e nel 1989, presso lo stesso editore, la raccolta di racconti Hai sbagliato foresta. Tra le sue opere: Ritmi per il nostro ballo (Marsilio, 1992), Corruzione (Giunti, 1995), L’impegno spaesato. Decalogo di un uomo di sinistra (Editori Riuniti, 2002) e, per Mondadori, Il mio nome a memoria (2000, Premio Viareggio), La verità non serve a niente (2008), Storia d’amore in tempo di guerra (2014), e il saggio Storie di libri perduti (Laterza, 2016 – tradotto in otto lingue). Nel 2022, ha pubblicato Una disperata vitalità (HarperCollins Italia). Dal 2015 al 2019 è stato Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a New York.