Martedì 12 luglio 2022, alle ore 21.00, nel Teatro di Santa Caterina di Manifatture Digitali Cinema Prato (in via Santa Caterina 11, a Prato), si è tenuta la presentazione del libro di Fabrizio Borghini: La Commedia Cinematografica Toscana – 1975/2022 (Masso delle Fate Edizioni). A moderare l’incontro, è stata la giornalista Elisangelica Ceccarelli. L’evento era a ingresso libero.
In dialogo con l’autore e la giornalista, si sono alternate personalità del cinema di origine pratese, che hanno raccontato il loro percorso nel settore, aneddoti che riguardavano figure toscane importanti della Settima Arte (come Nuti, Pieraccioni, Veronesi, Benvenuti e Ceccherini) e i loro prossimi progetti: Francesco Ciampi, attore e sceneggiatore; Marco Limberti, regista e scrittore; Marco Frosini, regista.
Ecco alcuni scatti della serata:
La commedia cinematografica toscana – 1975/2022
Nell’opera di Fabrizio Borghini, si teorizza, in maniera inedita, l’esistenza di un genere cinematografico denominato “Commedia Cinematografica Toscana”. Secondo l’autore, la nascita di tale genere risalirebbe al momento in cui viene celebrato il funerale del Perozzi, in Piazza Santo Spirito a Firenze, in Amici Miei, di Mario Monicelli (1975). Il genere sboccerebbe poi con l’uscita del successivo lungometraggio di Monicelli, Un borghese piccolo piccolo (1977). Per Borghini, la “Commedia Cinematografica Toscana” si sarebbe dunque generata quando la cosiddetta Commedia all’italiana, portata alla ribalta da registi come Dino Risi, Ettore Scola e, appunto, Mario Monicelli, sarebbe scomparsa. L’enorme successo di Amici miei, avrebbe spalancato alla “toscanità” la porta del cinema italiano. Da lì, anche grazie all’esplosione di Roberto Benigni, il pubblico cinematografico nazionale avrebbe conosciuto l’accento toscano attraverso numerose pellicole: nella forma prima del fiorentino, poi del pratese e del livornese. Con le opere di Francesco Nuti, Alessandro Benvenuti, Leonardo Pieraccioni, Paolo Virzì, Giorgio Panariello, Massimo Ceccherini e l’affermazione di sceneggiatori come Ugo Chiti, Giovanni Veronesi e Francesco Bruni, quello che poteva sembrare solo un filone, sarebbe diventato un vero e proprio genere.
Intervista all’autore
Guarda l’intervista a Fabrizio Borghini, a cura di Mediateca Toscana: